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Itinerario di Pellegrinaggio nel Lazio: sui Sentieri della Fede

Itinerario di Pellegrinaggio nel Lazio: sui Sentieri della Fede

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Affrontare un percorso spirituale nel Lazio significa lasciarsi avvolgere da un paesaggio che conserva l’eco dei secoli e la sacralità di antichi pellegrinaggi. Per questo, dopo la visita a Roma e al Santuario di San Pietro in Vaticano, potresti trovare interessante prolungare il tuo itinerario di 4 o 5 giorni, alla scoperta di luoghi dello spirito meno conosciuti ma custoditi gelosamente tra i Monti Prenestini e i Monti Simbruini.

L’itinerario che ti proponiamo si snoda appunto tra Roma e i Monti Prenestini fino ai Simbruini, toccando cinque luoghi di culto dove fede e natura si incontrano in un abbraccio suggestivo. Ogni passo permette di scoprire architetture scolpite nella roccia, icone miracolose e conventi immersi nel silenzio dei boschi, offrendo al pellegrino un cammino lento e riflessivo, lontano dallo stress quotidiano.

L’obiettivo di questo viaggio è accompagnarti attraverso tappe ricche di storia e spiritualità, stimolando momenti di preghiera e contemplazione.

Come base del viaggio per tutti gli spostamenti, proponiamo ovviamente il nostro Agriturismo a Valmontone “Borgo Imperiale”. Lo riteniamo il punto di partenza ideale perché:

  • È vicino al casello autostradale A1
  • Dispone di camere accoglienti e dotate di tutti i comfort
  • È immerso nel verde lontano dalla confusione
  • Dispone di una piscina
  • Al suo interno c’è il Ristorante, per rifocilllarsi a colazione, prima della partenza, e a cena per rifocillarsi dopo una lunga giornata in pellegrinaggio.

In questo articolo...

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  • Le tappe del pellegrinaggio
    • Giorno 1: Santuario della Madonna delle Grazie della Mentorella
    • Giorno 2: Sacro Speco e Convento di San Benedetto a Subiaco
    • Giorno 3: Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra
    • Giorno 4: Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano + Cave
    • Santuario della Madonna del Campo di Cave
  • Consigli pratici

Le tappe del pellegrinaggio

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Giorno 1: Santuario della Madonna delle Grazie della Mentorella

Santuario della Mentorella sul Monte Guadagnolo (Capranica prenestina)

Il pellegrinaggio comincia a quota 1 020 metri, sotto il profilo roccioso dei Monti Prenestini, dove sorge il Santuario della Mentorella (Santuario Madre delle Grazie della Mentorella).

Questo luogo è affidato alla cura dei Padri Risurrezionisti dal 1857, ma la sua storia affonda le radici nell’antichità: secondo la leggenda qui, nel II secolo, si convertì sant’Eustachio e, poco dopo il 313, Costantino fece erigere una basilica consacrata da papa Silvestro I, rendendo la Mentorella uno dei primi centri di culto cristiano dell’area (resurrectionist.eu).

Nel 1978 Papa Giovanni Paolo II scelse questo eremo per il suo primo pellegrinaggio papale, tredici giorni dopo l’elezione, e Papa Benedetto XVI vi fece ritorno in forma privata nell’ottobre 2005.

Camminando nel silenzio dei boschi intorno al sacello sei chiamato a percepire il lento scorrere della fede tra storia e natura.

Al suo interno troverete la grotta dove San Benedetto visse in eremitaggio per diversi anni. Una scalinata (scala santa) conduce a una piccola cappella (Cappella di Sant’Eustachio) dove troverete anche una campana che è possibile suonare dopo aver letto l’ammonimento “non far da campanaro se il cuor tuo non batte da cristiano“.

Per chi è anche appassionato di trekking, dal Santuario della Mentorella parte anche un percorso verde dedicato a Papa Giovanni paolo II.

 

Giorno 2: Sacro Speco e Convento di San Benedetto a Subiaco

Monastero San Benedetto a Subiaco

 

A Subiaco, il Sacro Speco si presenta come un gioiello scavato nella roccia, dove San Benedetto da Norcia visse da eremita all’inizio del VI secolo, ricercando il distacco dal mondo per edificare il monachesimo occidentale (monasterosanbenedettosubiaco.it).

La grotta, divenuta luogo di culto già nell’VIII secolo, è oggi inserita in un complesso di due chiese sovrapposte e numerose cappelline che abbracciano la parete di roccia.

Le più antiche testimonianze artistiche risalgono all’XI secolo, ma il forte richiamo alla spiritualità benedettina resta intatto: qui potrai sostare nella Grotta inferiore, memoria vivente del ritiro di San Benedetto, e lasciarti avvolgere dalle atmosfere sospese tra affresco e preghiera.

Ogni giorno è possibile seguire delle visite guidate all’interno di questo gioiello della cristianità e ammirare i numerosi affreschi dai colori ancora vividi, i chiostri, nonché una parte della biblioteca che contiene ancora numerosissimi libri copiati nei secoli dai monaci amanuensi.[/vc_column_text][/vc_column]

Giorno 3: Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra

santuario santissima trinità vallepietra

 

Adagiato a 1337 metri sul versante meridionale dei Monti Simbruini, il Santuario della Santissima Trinità appare incastonato sotto il Colle della Tagliata, nel contesto montano selvaggio di Vallepietra.

Il cuore del culto è un affresco databile al XII secolo, raffigurante la Trinità con vivide influenze bizantine, che ha alimentato l’afflusso dei fedeli lungo antichi percorsi di transumanza (it.wikipedia.org).

Il sito è aperto da maggio a ottobre e il pellegrinaggio tradizionale, sempre compiuto a piedi, si conclude nella domenica dopo la Pentecoste, quando la comunità si raccoglie in processione per onorare il miracolo dell’immagine sacra.

Ciò che distingue Vallepietra dagli altri luoghi di devozione è la costante pratica del pellegrinaggio a piedi. Nelle notti magiche di plenilunio che seguono la Pentecoste, migliaia di fedeli lasciano i loro paesi per raggiungere, nella vigilia della solennità della Trinità, il santuario. Dalla Ciociaria, da Subiaco e persino dall’Abruzzo, numerose “compagnie” si inoltrano sui sentieri montani, guidate dal tradizionale stendardo finemente decorato portato da valorosi vessilliferi, senza curarsi della fatica, del caldo o della pioggia.

È impressionante vedere quanta gente sia disposta a sopportare ore di cammino e notti all’aperto pur di non mancare a questo appuntamento tanto atteso.

Giorno 4: Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano + Cave

santuario madonna del buon consiglio di genazzano

 

La Madonna del Buon Consiglio veglia su Genazzano fin dall’XI secolo, quando una piccola chiesa dedicata a Maria esisteva fuori le mura cittadine.

Nel 1356 i Colonna affidarono la parrocchia ai frati agostiniani, mentre nella seconda metà del Quattrocento la vedova Petruccia finanziò l’ampliamento dell’edificio, interrotto per mancanza di fondi fino al prodigioso evento del 25 aprile 1467: quel giorno l’immagine della Vergine, si staccò da una basilica di Scutari in Albania (sotto assedio degli ottomani) e apparve miracolosamente su una delle pareti in costruzione e in poche settimane furono annotate 161 guarigioni e favori (madredelbuonconsiglio.it).

Da allora Genazzano divenne meta di pellegrini da ogni parte d’Italia e d’Europa, tanto che la tradizione albanese riconosce nella “Madre del Buon Consiglio” la stessa immagine venerata a Scutari, consolidando un legame di devozione che dura ancora oggi.

Ne parliamo molto accuratamente nel nostro articolo sulla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, pagina verso la quale rimandiamo i lettori che vogliano saperne di più.

Consiglio: Vista la vicinanza tra Genazzano e Cave, il nostro consiglio è quello di fare la visita ai 2 santuari in un giorno solo.

Santuario della Madonna del Campo di Cave

Santuario Madonna del Campo di Cave

 

A Cave, nella località “Campo” teatro di uno scontro tra Romani, Prenestini, Volsci ed Ernici nel 267 a.C., sorge questo santuario che custodisce un’immagine miracolosa rinvenuta durante i lavori di sistemazione della strada tra Cave e Genazzano il 27 aprile 1655 (diocesitivoliepalestrina.it).

L’Immagine ritrae la Vergine Madre che mostra reggente il Bambino Gesù tra le sue braccia e che a sua volta mostra una piccola croce d’oro sul petto. Alla loro destra San Pietro Apostolo che tiene in mano le Chiavi del Regno del Padre e a sinistra San Paolo Apostolo con in mano il Libro della Vita, la Sacra Scrittura.

Ma raccontiamo per bene questa bellissima storia.

Correva l’anno 1653, e in quel luogo, intriso di storia e battaglie, si decise di ripristinare l’antica strada che conduceva a Genazzano. Il Cardinale Girolamo Colonna e gli abitanti di Cave si adoperarono per rendere nuovamente percorribile quella via che attraversava la piana conosciuta come “Campo”, nome che rievocava sia gli scontri tra Romani e Prenestinesi contro Volsci ed Ernici nel lontano 267 a.C., sia i successivi addestramenti militari.

Proprio in quel Campo, dove alcuni studiosi ritenevano fosse stata eretta una chiesa dedicata a Santa Sabina, o forse, come narra il Liber Pontificalis della Basilica di San Pietro, una fondata da Papa Simmaco nel IV secolo e poi abbandonata per le invasioni barbariche, gli operai lavoravano con fervore. La strada prendeva forma, e per collegarla alla piana, si rese necessario costruire un piccolo ponte. Servivano materiali e la scelta cadde sui sassi di un muro, resto di un’antica costruzione.

Mentre la demolizione del muro procedeva, un evento straordinario interruppe il lavoro. Gli animali adibiti al trasporto del materiale si fermarono di colpo, si prostrarono con le zampe anteriori e appoggiarono il muso a terra, in un gesto di profonda adorazione. Gli operai, confusi e irritati, cercarono invano di farli muovere. Non capivano la ragione di quel comportamento, lo interpretavano come un inaspettato atto di ribellione.

Fu allora che un operaio, intento a sollevare una delle pietre, notò un grande vuoto al di sotto. La curiosità prese il sopravvento, e si decise di sgombrare lo spazio. Man mano che procedevano, scoprirono una doppia scala in pietra che conduceva a un sotterraneo. Una volta scese le scale, gli operai si trovarono in una piccola stanza, umida e con le pareti salnitrate.

Mentre i loro sguardi si posavano sulle pareti, notarono qualcosa di insolito: dei lineamenti che sembravano disegnare una figura. Inizialmente, pensarono che fosse solo l’effetto dell’umidità. Ma scrutando con più attenzione, ciò che avevano di fronte si rivelò in tutta la sua meraviglia: l’Immagine della Vergine Maria. Dallo stupore iniziale, le loro voci si levarono in forti grida di giubilo, annunciando la scoperta di quello che sarebbe diventato il Santuario della Vergine del “Fiore del Campo”, luogo di devozione e miracoli, nato proprio da quel gesto inaspettato degli animali e dalla demolizione di un antico muro.

 

Consigli pratici

Gli spostamenti lungo l’itinerario sono più agevoli con un’auto a noleggio o di proprietà, poiché i santuari sorgono in zone collinari e montane dove i mezzi pubblici sono limitati; il viaggio tra una meta e l’altra regala panorami mozzafiato, ma richiede anche un po’ di familiarità con strade secondarie e tortuose.

Per affrontare i sentieri e le brevi escursioni è consigliabile indossare scarpe da trekking leggere e abbigliamento a strati, così da adattarti facilmente alle variazioni di temperatura tra la valle e i borghi in quota. Non dimenticare un k-way leggero e uno zainetto con borraccia e piccoli spuntini per sostenerti durante i tratti più solitari.

Gli orari di apertura dei santuari possono variare a seconda della stagione e delle celebrazioni liturgiche: generalmente è possibile visitare i luoghi di culto tra le 9:00 e le 17:00, ma suggeriamo di consultare sempre i siti ufficiali o contattare le parrocchie prima della partenza, per assicurarti di non trovare porte chiuse durante la tua esperienza di preghiera.

Attribuzioni: Immagine in evidenza “Scala Santa Monastero del Sacro Speco a Subiaco”. Fonte sito Ministero della Cultura Italiano.

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